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Un momento che resta nel cuore

L'inizio dell'anno alla scuola Primaria


L’inizio della scuola elementare è un momento che resta nel cuore: zaini nuovi, quaderni colorati e tante emozioni che si mescolano tra curiosità, entusiasmo e un po’ di timidezza. Anche quest’anno il cortile della scuola elementare Andrea Mandelli ha visto l’arrivo di tanti piccoli-grandi primini, che, un po’ spauriti, avvolti nel loro grembiule blu hanno intrapreso una nuova avventura, piena di scoperte e di nuovi amici.


primo giorno scuola primaria Mandelli

Samuele ha raccontato a casa: “Il primo giorno di scuola ero felice, mi aspettavano e mi avevano preparato il diario sul banco con un fiocco”. Queste invece le prime impressioni di Sofia: “Bella la scuola, mi annoia stare seduta troppo a scuola perché non mi accomodo mai.” La sua frase fa sorridere, ma descrive bene il grande cambiamento che vivono i “primini”: passare dai giochi liberi della scuola dell’infanzia ai primi momenti di attenzione e concentrazione in classe. È una fase di adattamento importante, fatta di nuove regole ma anche di grandi scoperte. Per fortuna la scuola non è solo banchi e quaderni. C’è anche il cortile, uno spazio di libertà e gioco che resta il luogo preferito di molti bambini: “Mi diverto a stare in cortile perché posso correre e incontrare gli amici delle altre classi e incontrare gli amici che conosco già o che non conosco ma li posso conoscere,” continua Sofia.

Anche ginnastica riscuote come sempre un grande successo tra i primini. Samuele racconta: “Ginnastica é la mia materia preferita perché giochiamo a quattro castelli in cui bisogna correre senza farsi prendere dal mago. Mi piace che si corre!”

Ma tra i momenti più belli di questo inizio d’anno c’è stato sicuramente l’incontro con i “quintini”, i bambini dell’ultimo anno, che hanno accolto i più piccoli con affetto e allegria. “Il mio giorno preferito è stato incontrare i quintini perché è stato un momento che mi piaceva molto: mi hanno accolto e abbiamo cantato insieme. Mi ha divertito in particolare quando i quintini si nascondevano e noi primini dovevamo trovarli,” racconta ancora Sofia.

Anche Tecla conserva un bel ricordo di quell’incontro: “I miei quintini sono Maddalena e Giammarco, siamo in quattro, c’è anche la mia amica Margherita. Abbiamo fatto delle cose belle: prima delle bellissime canzoni e poi abbiamo fatto tipo-nascondino e altre cose insieme, anche con altri primini e quintini.”

Il mio quintino mi ha dato delle caramelle, solo a me!”, ci ha raccontato Samuele.

Questi incontri tra grandi e piccoli sono un modo speciale per trasmettere lo spirito della nostra scuola: accoglienza, collaborazione e voglia di crescere insieme. Ma ciò che forse non tutti immaginano è che questa esperienza è preziosa non solo per i bambini di prima, ma anche per i loro “quintini”.

Maddalena, alunna di quinta, ce lo racconta con parole che trasmettono entusiasmo e maturità: “In questo primo mese di quinta abbiamo fatto tantissime cose belle, ma quelle che mi sono piaciute di più sono state l’accoglienza dei primini e la visita alla collezione etrusca della Fondazione Rovati. Ancor prima di cominciare la scuola sapevo che sarei stata la ‘quintina’ di qualcuno, ma non sapevo come sarebbe stato bello preparare tutto per l’accoglienza.” Per i bambini di quinta, diventare “quintini” significa mettersi nei panni dei più piccoli, scoprendo la gioia di accogliere e di prendersi cura di qualcun altro. Come racconta ancora Maddalena: “Nei giorni precedenti alla ‘giornata del primino’ abbiamo adattato le parole di una canzone con l’aiuto del maestro Manuel, poi abbiamo preparato un gioco per far scoprire a ogni primino il suo quintino e da allora ci siamo incontrati per giocare insieme durante alcuni intervalli e abbiamo anche fatto una foto per ricordare questi momenti speciali passati insieme.”

L’abbinamento tra primini e quintini, dunque, non è solo un progetto di accoglienza: è una possibilità di felicità reciproca, un’esperienza che insegna empatia, collaborazione e responsabilità.


primo giorno scuola primaria Mandelli

L’inizio ha portato con sé non solo il profumo dei quaderni nuovi, ma anche la gioia delle prime uscite didattiche. Le gite, nella nostra scuola, non sono semplici momenti di svago: sono occasioni preziose per imparare con entusiasmo, curiosità e spirito di gruppo. E a raccontarlo, come sempre, sono i protagonisti: i bambini.

Le classi seconde sono partite per Ponzano Monferrato, alla Cascina Zenevrea, per vivere una giornata dedicata alla vendemmia. Tra filari e tini, i bambini hanno potuto scoprire da vicino come nasce il vino e quanto lavoro ci sia dietro ogni grappolo d’uva.

Amelia ci racconta con entusiasmo: “È stato divertente, la cosa che mi è piaciuta di più è stata pigiare l’uva con i piedi, mangiare i panini tutti insieme e fare i gioconi. Ho scritto quattro pagine sull’uva!” Anche Gilda e Ludovica ricordano con un sorriso la loro esperienza: “Pigiare l’uva è stato divertentissimo, anche fare i gioconi!”

Una giornata all’insegna della natura, del gioco e della scoperta — con le mani (e i piedi!) letteralmente dentro alla tradizione contadina. 

Chi l’ha detto che la prima giornata dell’anno debba essere tutta in classe? Alla Mandelli si può iniziare con una gita! Le classi terze hanno vissuto un’avventura inaspettata: le maestre avevano organizzato una visita al MuBAJ – Museo Botanico Aurelia Josz, senza svelare la meta. L’unica indicazione? “Indossate pantaloni lunghi e portate curiosità.”

I bambini sono partiti a piedi dalla scuola, mappa alla mano, e hanno ricevuto un piccolo libretto per annotare le loro domande e scoperte.

Anna racconta: “Bello iniziare l’anno con una gita. Abbiamo scoperto come crescono le piante, come fanno a resistere in certi ambienti e le tante varietà. Abbiamo iniziato a studiare e sto scoprendo tante cose nuove. Mi piace tanto scrivere le domande sul libretto. Ad esempio, dalla lettura su Giotto e Cimabue ho scoperto che Cimabue è esistito davvero! Nemmeno mia nonna lo sapeva! E non sapevo che Giotto da bambino disegnava con un legnetto bruciacchiato sulle rocce.”

Giulio aggiunge: “Al MuBAJ c’erano dei frutti e delle piante chiusi nelle scatole: noi dovevamo toccarli e riconoscerli senza vederli. C’era la mela, il fico e la bardana.”

Un modo originale e coinvolgente per iniziare l’anno, imparando che la conoscenza nasce anche dal toccare, osservare, domandare.

Per i bambini di quarta è arrivato il momento della convivenza a Brentonico (Trentino): una gita di più giorni che ha unito natura, sport e scoperta.

Gregorio racconta: “Ho scoperto più cose sulla natura, mi sono divertito tanto con i miei amici. Abbiamo fatto dei gioconi, ci siamo anche orientati nel bosco, abbiamo giocato a tennis, calcio e pallavolo. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la visita al Museo MUSE, perché mi ha fatto scoprire un sacco di cose che non sapevo.”

Davide aggiunge: “Ho scoperto tante cose e mi sono divertito molto con i miei amici. Abbiamo fatto una gita bellissima, abbiamo visto un bellissimo panorama. Poi siamo andati al Museo MUSE. La cosa che mi è piaciuta di più è fare orienteering nel bosco.”

Tra panorami montani, laboratori e momenti di condivisione, i bambini hanno imparato che la conoscenza passa anche dal vivere insieme — tra giochi, esplorazioni e risate.

Le prime settimane sono volate tra risate, canti, nuove routine e tanta curiosità. E mentre i “primini” imparano giorno dopo giorno a sentirsi parte della loro nuova scuola, noi genitori impariamo con loro — riscoprendo, attraverso i loro occhi, la bellezza dell’inizio.

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